La prima visita: quant’è importante e perché è giusto pagarla

La prima seduta è un’occasione preziosa sotto molti aspetti, per il paziente e per il dentista. È il momento in cui il paziente ripercorre la storia della sua bocca, mi racconta i problemi che riscontra e i dubbi che ha, aspettandosi ascolto e risposte. Ed è anche il momento in cui stabilire un rapporto di fiducia: qualcuno ha detto che non si ha mai una seconda occasione per fare una prima buona impressione, e ciò è vero anche per chi fa il mio mestiere.

I pazienti che vanno da un nuovo dentista, magari consigliati da un amico o dopo aver visto un sito web, cercano soprattutto un professionista di cui fidarsi e la prima visita è il momento per capire se l’approccio e l’orientamento professionale del medico sono quelli che cercano e di cui hanno bisogno.

La prima visita dal dentista: capire, condividere, decidere

Il primo contatto non è semplicemente un incontro “preliminare” in cui il dentista si limita a fare una “lista della spesa” in 10 minuti o poco più. Anche se le numerose cliniche propongono preventivi gratuiti “in serie” come se fossero un servizio aggiuntivo davvero privo di costi. Per come lo intendo io, il primo appuntamento è un momento fondamentale e fondante del rapporto terapeutico. È qui che devo interpretare i bisogni espressi della persona che ho di fronte, ma soprattutto capire quelli nascosti: timori, limiti, necessità, abitudini sottaciute.

Da questo incontro dipende buona parte del progetto di intervento e terapia, perché è durante la prima visita che si devono valutare i pro e i contro delle diverse ipotesi terapeutiche in relazione allo stato di salute della bocca, alle priorità mediche, al rapporto fra costi e benefici, alle aspettative del paziente.

In questa fase un aspetto cruciale è la condivisione: durante il primo incontro bisogna spiegare a chi è seduto in poltronale diverse possibilità che si hanno di fronte, suggerirgli le soluzioni migliori e metterlo in grado di decidere in modo consapevole e informato.

A volte la prima visita dal dentista non basta

Nei casi più complessi o nelle bocche più trascurate capita poi che la prima visita non consista di… una visita sola. A volte infatti ci vuole più tempo per stabilire la via più giusta da seguire, o magari è necessario sgomberare il campo da problemi acuti e impellenti come infiammazioni, ascessi o fattori irritativi (si sa: si va dal dentista quando si ha male…) prima di poter analizzare la situazione nel complesso e capire quale possa essere la strada migliore per soddisfare bisogni, esigenze, aspettative del paziente.

Poiché la diagnosi è il primo passo da compiere, e non sempre è ovvio e immediato, bisogna avere il tempo necessario per rivalutare il paziente prima di offrire una soluzione frettolosa o parziale.

Un’ora di tempo che ha un valore preciso

Per queste ragioni, sin da quando ho cominciato a esercitare la mia professione, dedico un’ora di tempo alla prima visita con ciascuna delle persone che vengono da me sia che la persona diventi un mio paziente e decida di proseguire con me le cure, sia che poi scelga diversamente. Va considerata  un atto medico esattamente come una qualsiasi altra prestazione.

Io investo tutto l’impegno necessario in ogni primo incontro, ed è per questo che è opportuno mettere in chiaro un aspetto: questo lavoro presuppone un investimento anche da parte di chi si siede in poltrona. Come avviene in ogni altro ambito medico (dal ginecologo, cardiologo, dermatologo…) nel mio studio la prima visita ha un costo (70€) proprio perché il paziente si alza dalla poltrona con un quadro chiaro della sua situazione, un ventaglio di possibili soluzioni e un insieme di suggerimenti personali su come affrontare al meglio il problema. Se non fossi pagata per le prime visite, non potrei offrire il tempo e l’ascolto necessari.

A mia discrezione a seconda della complessità della prima visita e dell’impegno del piano di cure, a volte valuto se omaggiare la visita al paziente che decide di entrare in cura defalcando il costo dal preventivo sottoscritto. E in questo caso sono io stessa a proporlo.

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