Come dice il famoso detto: “Bambini piccoli problemi piccoli, bambini grandi problemi grandi”.
In effetti, risolvere fin da subito evidenti criticità in età infantile – come la scorretta crescita dei mascellari o il mal posizionamento dei primi denti permanenti – è molto più semplice rispetto al periodo adolescenziale, quando i problemi diventano più strutturati e complessi.
Vediamo insieme, dunque, di capire meglio di cosa stiamo parlando. Prosegui nella lettura dell’articolo: scoprirai quando l’ortodonzia nei bambini è necessaria e a che età bisogna mettere il tanto temuto apparecchio per riallineare i denti e migliorare l’occlusione.
Innanzitutto, cominciamo a conoscere i tempi della dentizione da latte e permanente; poi andremo più nel dettaglio a capire quali sono i momenti critici.
Le criticità dentali più frequenti avvengono quando il bambino cambia gli incisivi e mette i primi molari permanenti: per questo consigliamo sempre un consulto specialistico di valutazione della situazione tra i 5 e i 7 anni.
Le criticità funzionali (quali deglutizione atipica, respirazione orale o parafunzioni come il succhiamento) possono invece essere evidenti già prima dei 5 o 6 anni.
A seconda della loro gravità e del grado di collaborazione del bambino, potrebbe essere utile valutarle per decidere se e come risolverle in età prescolare.
Ecco perché suggeriamo una visita “conoscitiva” del piccolo paziente già attorno ai 4 o 5 anni, magari in occasione di un controllo di uno dei genitori o di altri familiari.
Questa domanda non ha una risposta certa e univoca: ogni caso è a sé, diverso per ogni bambino, e ci sono tantissimi tipi di apparecchiature.
Nella maggioranza dei casi, si usano di solito apparecchi di tipo mobile nella fascia di età da prescolare ai 10-11 anni, mentre l’apparecchio fisso viene applicato solo quando si hanno tutti i denti permanenti in bocca e la crescita scheletrica si avvia verso la conclusione.
La grande discriminante tra un bambino/ragazzo e l’adulto è proprio lo sviluppo delle basi ossee (mascella e mandibola) su cui crescono i denti.
L’ortodonzia del soggetto in crescita (bambino e ragazzo) può e deve intercettare gli schemi di crescita ossea scorretta per correggerli. In questo modo, anche la posizione dei denti sulle rispettive basi ossee e gli ingranaggi dei denti tra di loro verranno migliorati.
L’ortodonzia del soggetto a fine crescita (adulto), invece, non ha più la possibilità di agire sulla struttura ossea, e bisogna limitarsi ad agire sulla posizione dei denti (allineamento, raddrizzamento o cambio di inclinazione di uno o più denti).
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